mercoledì 2 maggio 2007

Un esercito di cattivi pagatori


Di cosiddetti “cattivi pagatori” negli ultimi tempi è piena l’Italia. Basta aver pagato con ritardo (e non sempre per proprio dolo) una o più rate di un finanziamento, prestito o mutuo che sia, e ci si ritrova in men che non si dica schedati nei cosiddetti SIC, Sistemi di Informazioni Creditizie (ex centrali rischi private). In pratica viene totalmente inibito ogni accesso al credito, favorendo peraltro in alcuni casi più difficili “soluzioni alternative” poco ortodosse.

Queste società in Italia sono tre (la CRIF di Bologna, la CTC di Milano e l’Experian di Roma) e sono direttamente finanziate dal sistema creditizio (banche e finanziarie), detti per questo enti partecipanti. Sono in pratica degli immensi archivi alimentati dalle informazioni che inviano direttamente gli istituti di credito sia in fase di istruttoria di una richiesta di finanziamento, sia nel corso del finanziamento stesso che alla conclusione, anticipata o a termine che sia.

I SIC possono gestire sia informazioni di tipo positivo-negative o solo negative, come nel caso della CTC di Milano; a questi archivi, come si è poc’anzi detto, hanno acceso diretto solo gli enti partecipanti, quindi banche e finanziarie, che li consultano ogniqualvolta un cittadino inoltra una richiesta di finanziamento. Se all’atto della consultazione dovesse risultare che il cittadino in questione ha avuto in passato dei ritardi nel pagamento di alcune rate, la richiesta verrà inevitabilmente bocciata. Risulta poi del tutto inutile rivolgersi ad un altro istituto, in quanto l’esito sarà invariabilmente il medesimo; ciò avviene in quanto tutti gli istituti di credito accedono alle stesse fonti informative (i SIC, appunto) e quindi le informazioni ricevute sono esattamente le stesse per tutti.

La nascita di queste società, iniziata a partire dai primi anni ’90, si è resa necessaria per snellire le istruttorie dei finanziamenti e soprattutto per cercare di limitare le frodi, di cui gli istituti di credito sono stati in passato (in parte ancora oggi) sovente vittime; bastava infatti inoltrare delle richieste multiple di finanziamento a più istituti diversi e poi, una volta accolte, sparire semplicemente col bottino. Ora ciò non può più avvenire, in quanto tutti gli accessi al credito vengono registrati tramite la consultazione nei SIC, di cui rimane una traccia che tutti gli istituti possono vedere nelle successive consultazioni.

Veniamo ora al nocciolo della questione: se questo sistema funziona così bene, perché ci sono migliaia di cittadini che lamentano di non avere alcun accesso al credito, pur non avendo commesso nessuna infamia? Le risposte al legittimo quesito sono fonadamentalmente tre:

L’estrema facilità con cui gli istituti di credito hanno finora segnalato il ritardo degli utenti, anche se si trattava di importi irrisori, ritardi minimi e spesso neanche imputabili al cliente stesso (RID non pagati, disguidi bancari o postali,ecc.);


Il cospicuo e sistematico superamento dei tempi massimi di conservazione dei dati negativi previsto dalle leggi da parte dei SIC;

L’assenza per lungo tempo di una normativa chiara, efficace e vincolante sulla spinosa materia.


Analizziamo ora i tre punti: gli istituti di credito hanno la pessima abitudine (più volte stigmatizzata dall’ Autorità Garante per la Protezione dei Dati personali) di segnalare i loro clienti per un nonnulla; questo ha fatto sì che il fenomeno dei “cattivi pagatori” si sia allargato a macchia d’olio, assumendo proporzioni gigantesche. Un “esercito” di innocue casalinghe, onesti operai, impiegati e padri di famiglia trasformati d’un tratto in pericolosi criminali per il solo fatto di aver pagato anche una sola rata in ritardo, il più delle volte senza alcun intento doloso, ma magari perché quel giorno c’era troppa fila alla posta o motivazioni simili.
La questione si dovrebbe essere risolta con l’entrata in vigore (dal 01/01/2005) del nuovo Codice di Deontologia e buona condotta dei SIC, una normativa da anni invocata che mette finalmente ordine e chiarezza nella materia. Nel testo, consultabile sul sito Internet del Garante (http://www.garanteprivacy.it/) viene stabilito che si possono segnalare ritardi solo superiori alle due rate consecutive, e ne va dato specifico avviso al cliente con 15 giorni di preavviso; si dovrebbero così evitare tutta una massa di segnalazioni incongrue.

Per quanto riguarda il superamento dei tempi massimi di conservazione dei dati negativi, si tratta di un’altra pessima abitudine dei SIC: quindi non solo segnalati, ma anche a vita!! Già un provvedimento generale dell’ Autorità Garante del 31 luglio 2002 stabiliva un tempo massimo di conservazione di dati negativi di 12 mesi dalla data di estinzione o regolarizzazione del finanziamento.
Questa prescrizione è stata a lungo disattesa dai SIC, in quanto ritenuta (a torto) non vincolante; con la nuova normativa citata poc’anzi, invece, i tempi massimi di conservazione sono certi e pari a:

12 mesi, per ritardi fino a 2 rate o 2 mensilità;
24 mesi, per ritardi superiori alle 2 rate anche sanati su transazione;
36 mesi per gli insoluti.

Allo scadere dei tempi massimi di conservazione dei dati negativi, i SIC devono cancellare automaticamente questi dati, senza bisogno di alcuna richiesta da parte del cliente.


Per quel che concerne invece l’ultimo punto, possiamo affermare che si è per anni invocata da parte dei clienti e delle Associazioni dei consumatori una normativa che fosse finalmente in grado di fare chiarezza su una materia rimasta finora assai oscura e dare ai consumatori delle legittime certezze.
Dopo lungo tempo, si è arrivati alla fine del 2004 ad approvare una nuova normativa denominata “Codice di Deontologia e buona condotta” dei Sistemi di Informazioni Creditizie, che è entrata in vigore dal 1 gennaio 2005.

Questa normativa regolamenta di fatto l’intera materia, introducendo degli elementi di certezza nei rapporti tra cittadini, istituti di credito e SIC; vengono quindi codificati i comportamenti da adottare da parte dei SIC e degli enti partecipanti, ossia banche e finanziarie. Questa normativa ha effetto vincolante sui destinatari dalla data di entrata in vigore. Alla stesura del testo, durata ben due anni, hanno partecipato anche associazioni di categoria rappresentanti i consumatori, gli istituti di credito ed i SIC.

Ricordo nuovamente per quanti volessero approfondire l’argomento che il testo integrale del nuovo “Codice di Deontologia e buona condotta” dei SIC è consultabile sul sito Internet dell’ Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali all’indirizzo http://www.garanteprivacy.it/.

Vorrei ribadire ancora una volta per coloro che non conoscono la propria posizione nei SIC che è diritto di ciascun cittadino, ai sensi dell’ Art. 7 della legge 196/2003 (ex 675/1996), richiedere l’accesso ai propri dati personali contenuti nei SIC: si tratta di un’operazione semplice e gratuita; basta infatti inoltrare una richiesta firmata dal diretto interessato via fax allegando solo la fotocopia del documento d’identità e del codice fiscale. Dopo circa 20/25 giorni si riceve una lettera al proprio domicilio da parte del SIC interpellato con le informazioni richieste, ribadisco gratuitamente.
Suggerisco sempre di inoltrare tre richieste distinte, visto che i SIC in Italia sono tre, quindi una per ciascuno: si riceveranno quindi tre risposte tramite lettera.

Qualora infine dalle risposte ricevute ci si accorgesse che risultano ancora dati negativi riferiti a finanziamenti che abbiamo già estinto prima del 01/01/2005, quindi prima dell'entrata in vigore del nuovo Codice Deontologico, possiamo in quel caso inoltrare direttamente al SIC che li detiene una formale richiesta di cancellazione essendo scaduti i tempi massimi di conservazione previsti dalla normativa precedente (31 luglio 2002).



A distanza di oltre due anni dall'entrata in vigore della nuova normativa ci auguriamo che si semplifichino i rapporti, oggi non troppo idilliaci, tra istituti di credito e clienti, nella speranza per questi ultimi di una maggiore facilità di accesso al credito.

lunedì 30 aprile 2007

Il mediatore creditizio truffaldino


Oggi parliamo di un raggiro putroppo assai diffuso in Italia: il mediatore creditizio truffaldino.
E' un argomento del quale se ne sono già occupate in passato alcune trasmissioni televisive, smascherando i truffatori, ma che risulta essere putroppo ancora molto attuale viste le ragguardevoli dimensioni del fenomeno.

Premettendo che quella dei mediatori creditizi in Italia è una categoria di onesti e stimati professionisti che svolgono il loro lavoro con dedizione e spesso ottimi risultati, rivelando anche l'intrinseca utilità sociale di questa professione, si segnala però una percentuale di essi che non opera in maniera molto trasparente.

Vediamo ora in dettaglio come funziona questa truffa: il cliente, attratto di solito da imponenti e costose campagne pubblicitarie site principalmente sui giornali, fissa un appuntamento e si reca presso l'ufficio di qualcuno di questi galantuomini.

La pubblicità che lo ha spinto lì parlava sicuramente di "prestiti a tutte le categorie, compresi cattivi pagatori, protestati e serial killers" - "50.000 Euro in 3 minuti" - "Finanziamenti anche a chi ha avuto precedenti disguidi o deve ancora scontare l'ergastolo" ed altre amenità del genere, messe lì ad arte dall'imbroglione per attirare i potenziali polli da spennare.

Il malcapitato, dopo una breve attesa, viene ricevuto da un "consulente", solitamente un dipendente (o collaboratore) dell' "azienda" messo lì apposta a dir castronerie e per questo lautamente retribuito con una significativa percentuale sul denaro che è riuscito a far entrare in cassa. Costui riceve il cliente e gli pone le domande di rito sulla sua situazione familiare, giuridica e reddituale, nonchè sull'ammontare e sulla tipologia del finanziamento richiesto.

Il cliente, che probabilmente si trova lì perchè è in una situazione reddituale critica oppure ha avuto dei disguidi in passato tali da avere accesso negato al credito praticamente ovunque, gli racconterà con dovizia di particolari la sua rovinosa situazione (ad esempio sono protestato, cattivo pagatore, disoccupato, ecc.).
Al termine del racconto, il "consulente" sfodera il suo sorriso più irresistibile ed afferma: "Non si preoccupi, Signor Rossi, con noi i soldi li prenderà sicuramente nel giro di due o tre giorni! Ora firmi pure il contratto e versi ..... Euro (200? 300? 400? 500?, dipende, ndr.) come spese di istruttoria pratica, poi richiami fra due giorni chedendo del Sig. ..... (solitamente denominato "direttore", altro dipendente messo lì appositamente a far da parafulmine, ndr.), che La ragguaglierà sull'esito della pratica e Le dirà quando venire a ritirare l'assegno".

Il poveretto, togliendosi i soldi di bocca, paga quanto richiesto e se ne va convinto di aver risolto il suo problema. Dopo due giorni telefona al "direttore" ma non lo trova, oppure lo trova ma gli dice che la pratica è ancora in lavorazione; questo andazzo prosegue ancora per diversi giorni finchè un giorno, telefonando per l'ennesima volta, il cliente si sente dire: "Sono molto spiacente, Sig. Rossi, ma la sua pratica è stata declinata dall'Istituto di credito (quale??, ndr.); se ha un garante a reddito fisso (ma lui in sede di "consulenza" aveva già giurato di non disporne, ndr.) possiamo riprendere in considerazione la pratica ed intestarla a lui (grazie, così son capaci tutti!, ndr.).
A questo punto il cliente, che ha subodorato l'inganno, monta su tutte le furie ed esige almeno la restituzione del maltolto......ma il "direttore", irremovibile, gli dice che ciò non è possibile in quanto sono le spese sostenute dall' "agenzia" per l'istruttoria della pratica, e che peraltro c'è pure scritto (a caratteri microscopici) sul contratto che lui ha incautamente firmato.

Risultato: niente finanziamento e diversi soldi rimessi!

E' chiaro che la truffa è ben congegnata e chiara nel suo funzionamento: attiro quanti più polli possibile e campo con le spese di apertura pratica, accettando praticamente tutti i clienti, anche quelli oggettivamente impossibili da finanziare, che rappresentano peraltro la maggior parte dei clienti-tipo di queste agenzie (se poi tra questi ne capita anche qualcuno buono tanto meglio). La richiesta di finanziamento non la presento da nessuna parte, essendo impresentabile, poi prendo tempo con delle scuse ed alla fine tutto muore lì; d'altro canto se mi entrano 10 Signori Rossi in una giornata, quanto avrò incassato?? Provate a far due conti.

L'intermediario serio si guadagna da vivere con le provvigioni sull'erogato (e di solito ben due volte, dal cliente cui vengono solitamente richieste e dalla banca o finanziaria che ha concesso il prestito e con la quale ha accordi commerciali che prevedono queste provvigioni sull'importo erogato), NON sulle spese anticipate.


Concludo invitando quindi tutti coloro che si trovino in difficoltà economiche a diffidare di quelle agenzie di mediazione creditizia che promettono mari e monti con sospetta facilità ed esortando soprattutto chiunque si rechi in una di queste agenzie a non pagare MAI spese anticipate, a qualunque titolo vi fossero richieste!!?!

domenica 29 aprile 2007

Crif, Experian, CTC, Autorità Garante per la Privacy: cosa ne pensano?


I tre SIC (Crif, Experian e CTC) nonchè l'Autorità Garante per la Tutela dei dati personali cosa ne pensano del problema che ho esposto nei precedenti post?

Ne saranno al corrente? Io credo proprio di sì. Mi è venuta pertanto l'idea di scrivere loro per avere lumi su cosa ne pensano al riguardo e se intendono provvedere a risolvere questo fastidioso problema.
Mi sembra infatti palesemente iniquo negare l'accesso al credito ad un cittadino per il solo fatto di non essere censito in alcun modo nei succitati SIC; capisco che il finanziamento venga negato a chi possiede informazioni negative a suo carico, ma non a chi non possiede alcuna informazione, nè negativa nè positiva!
E' come dire: tu non stai tra i cattivi, ma nemmeno tra i buoni e pertanto non mi fido e quindi non ti concedo il finanziamento.....Mah, una teoria piuttosto bislacca.

Non credo si possa considerare una colpa il non aver mai chiesto finanziamenti, anzi in qualche modo lo si potrebbe anche ritenere un comportamento virtuoso.....ma in ogni caso sicuramente non da bocciare.

Prossimamente scriverò per relazionare sulle risposte che riceverò dagli enti interessati al suddetto quesito; invito comunque tutti coloro che si sono trovati in una situazione analoga a quella del Sig. Rossi del precedente post a scrivere anch'essi ai SIC ed al Garante della Privacy. Potremmo così farci promotori di un'iniziativa popolare volta a mutare questa assurda iniquità.

sabato 28 aprile 2007

Un giorno il Signor Rossi si reca presso una Finanziaria e...


Oggi facciamo un esempio concreto accaduto qualche giorno fa ad un mio conoscente.

Un giorno il Signor Rossi si reca presso una nota Finanziaria portando con sè tutti i suoi documenti personali e reddituali al fine di richiedere un prestito.
Viene fatto accomodare ed invitato a fornire i suoi dati personali e la documentazione di cui dispone, poi gli si dice di attendere qualche minuto per l'esito della richiesta. Dopo un po' torna l'impiegata e gli riferisce cortesemente che la sua richiesta è stata bocciata; allo stupore del nostro Sig. Rossi, l'addetta gli spiega che non appare alcuna informazione sul suo conto, nè negativa nè positiva, e pertanto in questi casi il finanziamento viene declinato.

Il buon Signor Rossi se ne va sconsolato, ma decide di ripetere il tentativo presso qualche altra Finanziaria.
Purtroppo ovunque egli vada incontra sempre la medesima risposta e non riesce a capacitarsene: ma come - si chiede tra sè e sè - non ho mai richiesto un finanziamento in vita mia ed ora che mi occorre me lo negano?? E perchè?

Semplice! Perchè, come dicevo nel precedente post, se non si è censiti nei SIC con informazioni "positive", banche e finanziarie non scuciono un centesimo.
Il fatto di non essere presenti nei SIC può essere determinato da due condizioni: o non si è proprio mai richiesto nessun finanziamento in vita propria (caso raro), oppure si ha avuto qualche finanziamento in tempi ormai remoti e tutte le informazioni relative al suddetto (positive o negative che fossero) sono state ormai cancellate, avendo superato i tempi massimi di conservazione dei dati previsti dalla legislazione vigente.

Il caso sopra esposto rappresenta purtroppo una situazione assai emblematica, che evidenzia l'insorgere di una nuova problematica relativa al già difficile accesso al credito: il caso del novello aspirante debitore, il quale aspirerebbe a diventarlo, ma non ci riesce.
Come se non bastassero i già tristemente famosi problemi che hanno da sempre afflitto i consumatori alle prese con banche e finanziarie, ora è sorto anche questo nuovo ostacolo di cui si parla ben poco, ma che risulta essere altrettanto fastidioso dei precedenti.

Nella recente stesura del Codice Deontologico sulle ex-Centrali Rischi Private, ora SIC, sembra che non si sia presa assolutamente in considerazione questa eventualità, di cui infatti non se ne ravvisa traccia nell'intero impianto normativo.
Sarebbe bene pertanto che questa grave lacuna nella normativa vigente venisse quanto prima colmata, prevedendo quindi una norma ad hoc per questi casi specifici, tutt'altro che infrequenti.

venerdì 27 aprile 2007

Rieccoci qua!


Rieccoci nuovamente qua a parlare di accesso negato al credito.

Negli ultimi tempi si registra una nuova anomalia nel già tormentato e sibillino universo dei finanziamenti; ecco di cosa si tratta:

- Prendiamo l'esempio di una persona (caso raro, purtroppo) che non abbia mai chiesto nessun finanziamento in vita sua oppure ne abbia concluso uno molti anni fa (10 o 15, ad esempio).
Ebbene, questo signore si vedrà negata la richiesta di finanziamento. Perchè, vi chiederete voi; molto semplice: il signore in questione non possiede "informazioni positive" presso i SIC, quindi gli istituti di credito declineranno la richiesta, pur in totale assenza di "informazioni negative"!

Siamo arrivati quindi al paradosso: i finanziamenti vengono negati persino in assenza di informazioni negative a carico del potenziale cliente; in pratica avviene che se se non risulta alcuna informazione a proprio carico (nè positiva, nè negativa) non si riesce ad ottenere alcun finanziamento o quasi.

E allora come si fa ad iniziare??
Se pago irregolarmente vengo bollato come cattivo pagatore e quindi non accedo più al credito, se non ho finanziamenti in corso mi viene ugualmente negato il credito perchè non risultano informazioni a mio carico quindi non possiedo "referenze"............Praticamente un vicolo cieco!

Come se ne esce? Ne parleremo nel prossimo post.